Terapia del dolore
Si tratta di un approccio terapeutico che consente di trattare il “sintomo” dolore in tutte le sue sfaccettature e soprattutto di curare la causa che lo ha determinato.
In cosa consiste?
L’algologia, nota più comunemente come terapia del dolore, consiste in un trattamento terapeutico garantito, in Italia, dalla Legge 38/2010 ma che, purtroppo, in pochi conoscono e, quindi, la sua applicazione è ancora molto limitata. Il ricorso alla terapia del dolore risulta molto importante per alleviare le sofferenze dei malati e ciò è confermato anche dalla grande diffusione della terapia del dolore cronico all’estero. Sotto tale aspetto, l’Italia è ancora un passo indietro rispetto agli altri paesi europei e questo anche a causa di una resistenza, radicata nella nostra cultura, rispetto all’idea di sconfiggere il dolore, considerato da molti un’inevitabile conseguenza di una patologia e, quindi, sopportato con rassegnazione.
Le terapie per il dolore
La scelta della terapia dipende dal tipo di dolore che si ha, dalla sua gravità e dall’efficacia che possono avere avuto altri trattamenti precedenti. Le terapie più frequenti sono:
- terapie farmacologiche: i farmaci vengono scelti secondo criteri ben codificati e in base al tipo e alla gravità del dolore. Oltre al cortisone e agli antinfiammatori, discretamente efficaci ma lesivi a livello gastrico, si utilizzano farmaci attivi sulla conduzione nervosa, psicofarmaci e oppioidi;
- stimolazione neuro-muscolare: la stimolazione elettrica applicata con elettrodi sulla pelle è in grado di ridurre o in alcuni casi di annullare il dolore. In casi particolari lo stimolo può essere applicato direttamente sulle strutture nervose o in vicinanza del midollo spinale;
- fisioterapia manuale e strumentale: il movimento guidato e l’utilizzo di macchinari specifici aiutano a recuperare il movimento articolare, a ridurre la contrattura muscolare e contribuiscono al controllo del dolore;
- agopuntura: è una pratica medica in uso da oltre 2000 anni, che trova ampia e vantaggiosa applicazione nel trattamento del dolore;
- infiltrazioni e blocchi nervosi: sono iniezioni (generalmente di anestetico locale e cortisonico) praticate nelle immediate vicinanze dei nervi periferici interessati o delle radici nervose della colonna vertebrale;
- inquadramento e sostegno psicologico: l’attività dello psicologo in un centro di terapia del dolore è un importante sopporto per il medico nella fase di inquadramento generale della patologia. Può capitare infatti che il dolore aumenti in conseguenza di stati ansiosi, della difficoltà di accettazione, della sfiducia, della mancanza di motivazione. In alcuni casi lo psicologo può intervenire anche con tecniche di rilassamento o di sostegno psicologico per migliorare l’efficacia delle terapie mediche e della vita affettivo-relazionale del paziente;
- terapia chirurgica: sono di diverse tipologie e tendono a “correggere” la causa che ha generato il dolore. Spesso sono visti dai pazienti come la panacea ma in non pochi casi, anche se correttamente eseguiti, non sono in grado di risolvere completamente il dolore, che deve essere trattato con altri trattamenti.
Il trattamento conservativo consiste nel riposo atletico per un periodo sufficiente, durante il quale l’atleta viene sottoposto a terapia medica, fisioterapia e kinesiterapia; in questa fase può continuare a svolgere attività fisica mirata a mantenere allenato il sistema cardiocircolatorio e respiratorio evitando tutti i movimenti che creano dolore.
Di fondamentale importanza è la kinesiterapia che attraverso esercizi specifici con elastici potenzia la muscolatura della cuffia dei rotatori in modo da riequilibrare il rapporto di forza tra deltoide e rotatori. A queste esercitazioni vanno aggiunte la ginnastica propriocettiva e quella di allungamento per evitare la rigidità da non uso ed elasticizzare le strutture capsulo-legamentose.
La Fisioterapia Strumentale
È una branca della medicina riabilitativa che utilizza a scopo terapeutico energie fisiche per la cura dell’apparato locomotore e neuro-muscolare. Negli ultimi anni infatti l’evoluzione della tecnologia ha portato alla produzione di macchinari sempre più efficienti e privi di rischi per i pazienti. Queste apparecchiature elettromedicali trasferiscono al paziente l’energia prodotta nelle forme più diverse generando una catena di reazioni biologiche che si traducono in effetti terapeutici quali azione antinfiammatoria e antalgica, attivazione del microcircolo, aumento dei processi di cicatrizzazione, azione decontratturante sul muscolo e così via.

Fisioterapia strumentale: TECAR
La Tecarterapia nella riabilitazione è molto diffusa, sia tra gli sportivi che nelle persone che non praticano attività fisica. Nota anche come Tecar o Trasferimento Energetico Capacitivo-Resistivo, è un tipo di trattamento elettromedicale, che trova particolare impiego nella cura di traumi e patologie infiammatorie dell’apparato muscolo-scheletrico. Consiste in un massaggio particolare, praticato tramite uno strumento capace di ridurre il dolore e accelerare la naturale riparazione dei tessuti, laddove ci sia un danno. Il tutto si traduce in un accorciamento tangibile dei tempi di guarigione.
La Tecarterapia trova largo impiego:
– nel recupero da infortuni, quali distorsioni, lesioni tendinee, tendiniti, borsiti, esiti di traumi ossei, distrazioni legamentose e problemi articolari;
– nel trattamento di patologie muscolari e osteoarticolari, come contratture, stiramenti e strappi muscolari, miositi, lombalgie, sciatalgie, artrosi e infiammazioni osteoarticolari;
– nei programmi riabilitativi post-operatori, come per esempio dopo gli interventi chirurgici per l’inserimento di una protesi.
Le zone anatomiche del corpo umano che meglio si prestano al trattamento tramite Tecar sono ginocchio, spalla, anca, caviglia, piede, mano, polso e colonna vertebrale.
Il dispositivo Tecar può lavorare in due modalità: la modalità capacitiva e la modalità resistiva.
La modalità capacitiva è indicata per il trattamento di problematiche a livello dei tessuti molli, con una bassa resistenza alla corrente, come i muscoli, la cute, il tessuto connettivale, i vasi sanguigni e i vasi linfatici.
La modalità resistiva, invece, è ideale per il trattamento di danni a livello di tessuti con un’alta resistenza al passaggio di corrente, come le ossa, le articolazioni, i tendini, i legamenti, le cartilagini ecc.
Gli effetti biologi, prodotti dalla Tecarterapia, sono tre e consistono, brevemente, in:
- Incremento del microcircolo: è indicato per ridurre il dolore e/o l’infiammazione in fase acuta, per trattare le lesioni muscolari in fase acuta e per diminuire l’edema.
- Vasodilatazione: è indicata per risolvere le contratture muscolari e i problemi di circolazione sanguigna di una certa gravità, per migliorare il drenaggio linfatico e il trofismo muscolare.
Incremento della temperatura interna: è indicato per risolvere infiammazioni croniche, fibrosi tissutali, rigidità articolari, stati di linfedema.

Fisioterapia strumentale: LASER YAG
La Tecarterapia nella riabilitazione è molto diffusa, sia tra gli sportivi che nelle persone che non praticano attività fisica. Nota anche come Tecar o Trasferimento Energetico Capacitivo-Resistivo, è un tipo di trattamento elettromedicale, che trova particolare impiego nella cura di traumi e patologie infiammatorie dell’apparato muscolo-scheletrico. Consiste in un massaggio particolare, praticato tramite uno strumento capace di ridurre il dolore e accelerare la naturale riparazione dei tessuti, laddove ci sia un danno. Il tutto si traduce in un accorciamento tangibile dei tempi di guarigione.
La Tecarterapia trova largo impiego:
– nel recupero da infortuni, quali distorsioni, lesioni tendinee, tendiniti, borsiti, esiti di traumi ossei, distrazioni legamentose e problemi articolari;
– nel trattamento di patologie muscolari e osteoarticolari, come contratture, stiramenti e strappi muscolari, miositi, lombalgie, sciatalgie, artrosi e infiammazioni osteoarticolari;
– nei programmi riabilitativi post-operatori, come per esempio dopo gli interventi chirurgici per l’inserimento di una protesi.
Le zone anatomiche del corpo umano che meglio si prestano al trattamento tramite Tecar sono ginocchio, spalla, anca, caviglia, piede, mano, polso e colonna vertebrale.
Il dispositivo Tecar può lavorare in due modalità: la modalità capacitiva e la modalità resistiva.
La modalità capacitiva è indicata per il trattamento di problematiche a livello dei tessuti molli, con una bassa resistenza alla corrente, come i muscoli, la cute, il tessuto connettivale, i vasi sanguigni e i vasi linfatici.
La modalità resistiva, invece, è ideale per il trattamento di danni a livello di tessuti con un’alta resistenza al passaggio di corrente, come le ossa, le articolazioni, i tendini, i legamenti, le cartilagini ecc.
Gli effetti biologi, prodotti dalla Tecarterapia, sono tre e consistono, brevemente, in:
- Incremento del microcircolo: è indicato per ridurre il dolore e/o l’infiammazione in fase acuta, per trattare le lesioni muscolari in fase acuta e per diminuire l’edema.
- Vasodilatazione: è indicata per risolvere le contratture muscolari e i problemi di circolazione sanguigna di una certa gravità, per migliorare il drenaggio linfatico e il trofismo muscolare.
Incremento della temperatura interna: è indicato per risolvere infiammazioni croniche, fibrosi tissutali, rigidità articolari, stati di linfedema.