Esercizio Terapeutico

In fisioterapia l’Esercizio Terapeutico è definito come la “sistematica e pianificata esecuzione di movimenti corporei, posture ed attività fisiche” (definizione American Physical Therapy Association) con lo scopo di: 

Prevenire l’infortunio;

Ridurre la sintomatologia dolorosa;

Ristabilire l’equilibrio articolare;

Migliorare, ripristinare o favorire una funzione fisica;

Rieducare un gesto motorio specifico;

Ottimizzare lo stato di salute generale, le buone condizioni ed il senso di benessere.

L’obbiettivo è quello di istruire i pazienti con percorsi di auto esercizio regolari, in modo che: possano recuperare / migliorare le proprie capacità fisiche, di equilibrio e propriocezione senza correre il rischio di farsi male, e possano automatizzare delle regole e degli schemi di movimento che prevengano eventuali affezioni al sistema muscolo scheletrico.

Tali obbiettivi si raggiungono tramite la mobilizzazione articolare, il rilassamento e l’allungamento di muscoli contratti e il miglioramento in modo equilibrato della forza, della resistenza e della coordinazione. La differenza sostanziale fra l’esercizio di uno sportivo agonista e l’esercizio terapeutico per un paziente è che nel primo caso si parte da un fisico in ottime condizioni che ricerca una perfezione della performance, nel secondo caso invece si parte da un fisico con delle problematiche e che deve recuperare o mantenere una buona qualità di vita.

Nell’esercizio terapeutico, dunque, il professionista terrà conto delle problematiche articolari, e muscolari del paziente al fine di impostare un programma di esercizi terapeutici idonei.

Da un punto di vista psicologico, contribuisce a rendere il paziente consapevole del suo ruolo nel percorso terapeutico. L’idea che la persona sia cosciente di essere parte attiva nel ciclo di guarigione permette di portare a termine gli obbiettivi prefissati, velocizzare i tempi di recupero e rendere meno stressanti le terapie e gli esercizi.

L’esercizio risulta particolarmente importante in tutte quelle condizioni di instabilità, dove si ha una debolezza dei muscoli stabilizzatori, per la quale il solo intervento manuale passivo del fisioterapista non basta. È fondamentale che l’esercizio miri al miglioramento del controllo motorio e non solo dell’ipertrofia muscolare fine a sé stessa.

La cosa migliore è recarsi in un centro di fisioterapia specializzato e procedere ad una valutazione!
 
Quali sono le componenti fondamentali dell’esercizio terapeutico?

Ogni esercizio terapeutico è costituito di cinque fattori che possono avere maggiore o minore rilevanza a seconda dell’obbiettivo dell’esercizio:

• Forza
• Velocità
• Resistenza
• Coordinazione
• Mobilità

Queste cinque skills consentono di migliorare le capacità motorie della persona, sarà compito del fisioterapista specializzato saper valutare quale delle cinque necessità maggiore focus, così da impostare il piano di esercizi terapeutici più adatto alle esigenze del paziente.

 

PERCHÉ FARE ESERCIZI?

Questa è una delle domande che ci pongono i pazienti quando gli diciamo che il primo rimedio contro il loro mal di schiena è fare un’attività fisica regolare.

Spesso ci dimentichiamo che il nostro corpo è fatto per muoversi e non per restare seduto, in modo scorretto tra l’altro, per 10 ore al giorno, e proprio a tal proposito il Prof. Hollmann, uno dei massimi studiosi dei meccanismi dell’allenamento disse già nel 1990 che “se lo sport oggi non esistesse ancora, sarebbe necessario inventarlo per motivi biologici, come contrappeso alle pesanti conseguenze di un mondo sempre più tecnologico”.

I motivi fondamentali che spingono le persone a fare esercizi sono principalmente due: Competizioni sportive, Mantenersi in salute e in buon aspetto fisico.

Alcuni dati sulle patologie causate dalla mancanza di esercizio. Un importante articolo pubblicato dall’Università di Oxford nel 2015 sostiene che: “A disease brought on, at least in part, by insufficient movement and exercise. Hypokinesis has been identified as an independent risk factor for the origin and progression of several widespread chronic diseases, including coronary heart disease, diabetes, obesity, and lower back pain”.

Ciò significa la riduzione del movimento è stata identificata come vero e proprio fattore di rischio per molte patologie croniche diffuse, tra le quali abbiamo la malattia coronarica, il diabete, l’obesità e il dolore lombare.

QUALI SONO I COSTI DELLE MALATTIE MUSCOLOSCHELETRICHE?

Come sai il cambiamento dello stile di vita, causato da un uso massivo della tecnologia (pc, smartphone e tablet) e dall’aumento della sedentarietà della popolazione dei paesi sviluppati, ha fatto sì che l’incidenza delle patologie muscoloscheletriche sia in notevole ascesa.

Per darti un’idea dei costi che comportano queste patologie alla società considera che negli USA si stima un costo annuale per le assenze dal lavoro causate da problematiche muscoloscheletriche relative alla schiena pari a 38-50 miliardi di dollari, si contano circa 30 giorni di assenze ogni 100 lavoratori. In Inghilterra il numero di giorni di assenza dal lavoro è leggermente maggiore, 32,6, mentre in Svezia è oltre i 35 giorni.

Nel nostro Paese n Italia, il mal di schiena è ormai diventato la principale causa di assenza dal lavoro per malattia poiché circa una persona su tre resta a casa per tale ragione.

COME COSTRUIRE UN ESERCIZIO TERAPEUTICO?

Per pianificare gli esercizi terapeutici specifici è necessario l’intervento di uno specialista, però nel frattempo riteniamo utile darti qualche semplice indicazione.

Suddivideremo la pianificazione degli esercizi in vari step in modo da essere più chiari:

Fissare l’obbiettivo: qual è lo scopo dell’esercizio? Recuperare una buona performance cardiorespiratoria? Recuperare la forza degli arti inferiori? Recuperare la funzionalità di una spalla operata?

Il calcolo del peso, dei tempi e delle resistenze: come sai a seconda del tipo di esercizio, essi vengono effettuati con delle resistenze e dei tempi specifici. Un esercizio che miri alla resistenza, ad esempio, avrà dei tempi più lunghi e dei pesi minori rispetto a un esercizio per l’ipertrofia.

Il riscaldamento: è una fase fondamentale per prevenire traumi da sforzo e per aumentare le performance durante gli esercizi. Il riscaldamento è sempre un’attività aerobica il cui scopo è di aumentare la mobilità e l’idratazione dei tessuti prima dell’esercizio.

Esecuzione degli esercizi: soprattutto nel primo periodo è importante essere seguiti da un professionista al fine di effettuare i movimenti in modo ergonomico e corretto.

Fine degli esercizi: solitamente si pratica un’attività defaticante prima di interrompere definitivamente l’attività.

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